La Condotta di Primiero, nei suoi ormai 5 e più anni di vita, ha cercato di sviluppare delle attività e delle proposte che, a partire dalla centralità del cibo, hanno toccato molteplici tematiche: dall’alimentazione quotidiana alla salute, dall’educazione allo stato dell’ambiente, dalla produzione al paesaggio.
Uno dei progetti che più ci ha impegnato è quello del Presidio a tutela del Botìro di Primiero di malga che abbiamo potuto sviluppare assieme al Caseificio di Primiero, grazie soprattutto al sostegno di istituzioni ed enti locali.
Grazie a quel progetto abbiamo avuto modo di frequentare e comprendere sempre meglio il settore lattiero-caseario, locale e trentino. È da questo punto d’osservazione privilegiato che ci siamo persuasi della situazione estremamente critica del comparto, che rimane comunque il principale settore produttivo agroalimentare di Primiero.
Ed è da questo punto d’osservazione che abbiamo seguito con meraviglia e sconcerto la vicenda di Malga Fosse di Sopra: una malga importante della rete che fa capo al comparto, che potrebbe risultare strategica nel suo rilancio, grazie anche al Presidio del Botiro di Primiero di malga, e che invece viene trattata dalla Provincia di Trento (la quale ne è proprietaria) come un corpo estraneo al territorio, alla sua realtà sociale, economica e finanche al paesaggio dolomitico in cui si inserisce.
Le cose da dire in merito sarebbero molte ma, su questo, preferiamo lasciar voce a quello che si potrebbe definire un soggetto informato sui fatti.
Vorremmo quindi dare spazio nel nostro blog a i Pensieri di una vacca che, come si suol dire, riceviamo e volentieri divulghiamo perché rispecchiano bene il nostro sconcerto e la nostra preoccupazione nonché la perplessità su questo ulteriore intervento milionario: calato sulla nostra testa dalla Provincia, forte dei denari di tutti noi ma anche della propria posizione di controllore non controllato in materia di ambiente, territorio e paesaggio.
Se avete voglia di darci anche la vostra opinione rimaniamo naturalmente a disposizione e potete contattarci all’indirizzo: slowfoodprimiero@gmail.com.
Il Comitato di Condotta
Brevi spunti di riflessione e critica di una mucca al pascolo che pensando un pò a se stessa in modo egoistico cerca di spiegare agli uomini pochi concetti fondamentali.
Lasciatemi dire due parole, posso? sono lì, in fondo a sinistra, riposo sotto un sole che non c’è, su erba troppo corta per essere mangiata, troppo verde per essere appetitosa, ma vi guardo, vi guardo in cagnesco.
Vi voglio parlare di due cose, solo due, e a scanso di equivoci vi dico subito una cosa, quindi vi parlo di tre cose: non vi voglio parlare di estetica e bello, perché la mia estetica ed il mio concetto di bello sono molto diversi dai vostri, sono soggettivi, a me piacciono i tori “grigio alpini”, ma ho amiche che preferiscono i “bruni”, anche voi avete gusti distinti, quindi o ci fermiamo a parlare di gusti o lasciamo proprio perdere. Quindi non mi giro e commento l’opera alle mie spalle, sarebbe tempo perso, fate finta che mi piaccia, giusto per metterci uno zoccolo sopra.
Tempo fa ho letto il bando di concorso per la riqualificazione di Malga Fosse, a cui farò costante riferimento in corsivo.
Sono arrabbiata, sono arrabbiata perché non avete ancora capito una cosa importante: cosa vuol dire paesaggio.
“Nonostante vi sia l’abitudine a considerare il paesaggio unicamente sotto il profilo panoramico, nel caso in questione il paesaggio assume una valenza urbanistica ed architettonica. Va cioè riconosciuta l’immagine paesaggistica dell’intervento, in quanto il paesaggio entra prepotentemente nell’immagine dell’edificio e con esso trova relazione e scambio. In particolare va considerata la presenza incombente del Cimon de La Pala che sovrasta Malga Fosse […]. Ma non solo, va considerata sia la vista della Malga da Passo Rolle sia la vista che da questa si gode verso il passo e la valle“.
Sono parole vostre… Siete partiti anche bene, è giusto dire che “vi sia l’abitudine a considerare il paesaggio unicamente sotto il profilo panoramico“, infatti l’avete dimostrato… Perché il vostro paesaggio non è altro che panorama, “organizzazione di immagini“, “coni visuali” e “distinguibilità degli elementi“. Il paesaggio non è panorama. Il paesaggio è la percezione di un territorio concreto, è innanzitutto sensazione, e in quanto tale è un processo culturale e cognitivo. Il paesaggio è soggettivo (come l’estetica di cui sopra), ma nella sua dimensione storica (e quindi antropica) è rintracciabile attraverso processi costruttivi. Il paesaggio è un processo costruttivo e culturale. Si sedimenta come le vecchie fotografie, permea il terreno, lo modella, prima attraverso la funzione del luogo e piano piano entra nella percezione del luogo. Il paesaggio non si inventa, non si costruisce ex novo, non si restaura, non si adatta. Il paesaggio è.
Vi ho parlato di funzione dei luoghi, voi avete richiesto: “proposte che concepiscano un edificio ed uno spazio esterno altamente qualificato capace di costituire un centro di attrazione turistica sia nella stagione estiva che in quella invernale, offrendo ai cittadini ed agli ospiti luoghi qualificati e funzionali“. Avete chiesto un centro di attrazione turistica… funzionale agli ospiti…
Per non esulare dal contesto vi cito un architetto:
“Se osserviamo con più attenzione il processo della vita, ci accorgiamo che la tecnica è solo un elemento ausiliario, non un fenomeno definito e indipendente. Un funzionalismo solo tecnico non può creare un’architettura passo per passo, cominciando dall’aspetto economico e tecnico, coinvolgendo gradualmente, in un secondo tempo, le funzioni più complesse, potremmo anche accettare un funzionalismo puramente tecnico. Ma tale possibilità non esiste. Non solo l’architettura abbraccia tutti i campi dell’attività umana, ma si deve sviluppare sincronicamente in tutti i suoi vari settori. Altrimenti si ottengono solo risultati parziali e superficiali”
(Alvar Aalto, The Humanizing of Architecture, in «The Technological Review», novembre 1940).
Sono passati 70 anni da queste parole, 7 generazioni di vacche, ed io non ho sufficienti zoccoli per contare tanto, ma voi si, ma non capite o non ricordate, o fate finta di dimenticare. Vi siete dimenticati che ci sono anch’io… La funzione dei luoghi (e quindi dell’architettura sui luoghi) non può esulare dall’utilizzo di questi. L’attrazione estetica non è una funzione, l’attrazione turistica è una funzione parziale, io, vacca, sono una funzione. Slow Food ha perso molto tempo ed energia per fare di me vacca un esempio di “funzione dei luoghi”. Nel gennaio 2009 è nato il presidio del “Botiro di Primiero di Malga”, un presidio che ha dimostrato (anche economicamente) che c’era un prodotto da salvare dall’estinzione, che un’altra agricoltura e un’altra produzione alimentare sono possibili, e che è un aiuto concreto ai nostri produttori e al nostro territorio. Un prodotto che ha pensato a me. Ma voi no. Vi siete dimenticati della filiera lattiero-casearia, del mio scopo ed utilizzo. Avete fatto finta di non sapere che durante l’estate la maggior parte del latte di Primiero attraversa due volte al giorno Passo Rolle, che la funzione della Busa Bella (il vero contesto architettonico di Malga Fosse) è ed è stata quella di farmi pascolare liberamente per produrre latte. Avete volontariamente e consapevolmente limitato la riflessione sulla funzione di Malga Fosse richiedendo “un locale pubblico le cui caratteristiche di alta qualità formale, architettonica e tecnologica potessero essere un punto di attrazione”. Rileggete Alvar Aalto. Riflettere sulla funzione dei luoghi dovrebbe essere imprescindibile in un contesto di progettazione, oltre che architettonica anche urbanistica e territoriale.
Concludo…
Vi ho dato del voi perché voi siete il pubblico, voi siete l’amministrazione pubblica. Poco importa chi è il banditore, il proprietario, il finanziatore, se è pubblico siete sempre e comunque voi. Una mandria di noi vacche ha forse più senso comune di una mandria di uomini. Ma è strano, è strano perché noi non possiamo scegliere il nostro pastore, colui che ci fa “mantenere il pascolo”, voi invece potete scegliere coloro i quali devono proteggervi da voi stessi per “mantenere il territorio”.
Vi ho scritto perché vorrei farvi riflettere su queste due cose, paesaggio e funzione dei luoghi, senza le quali la mia esistenza, come la vostra, sarebbero ben poca cosa.
Usatemi, mungetemi, arricchitevi pure con me, ma per favore riflettete un pò di più.
Una vacca.